L'uomo di zolfo by Silvana La Spina

L'uomo di zolfo by Silvana La Spina

autore:Silvana La Spina [Spina, Silvana La]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Bompiani
pubblicato: 2023-06-03T00:00:00+00:00


Girgenti, 1896

In Sicilia intanto si festeggia l’anniversario della coppia Stefano e Caterina. I due sono invecchiati, ma almeno hanno la consolazione di vedersi accanto la numerosa figliolanza.

Lina infatti è venuta da Roma insieme a Enzo e Giovanni per festeggiarli. Anna, sposata con il ricco commerciante Alfonso Agrò, non ha bisogno di fare molta strada, visto che vive a poca distanza dai genitori.

Solo Luigi non c’è, ma naturalmente non gliene vogliono, sanno che ha una famiglia sempre più numerosa, la moglie lastimiusa, e adesso persino un nuovo lavoro al Magistero.

È il 28 novembre, giornata luminosa del tardo autunno. Stefano è andato in mattinata al Circolo per sapere gli ultimi pettegolezzi: molte zolfare stanno chiudendo perché danneggiate dall’usura, un amico barone è stato trovato dalla moglie in dolce colloquio con la cameriera, in città si chiacchiera del figlio Luigi.

“Magari professore, ora chissà dove deve arrivare il vostro Luigi?”

Stefano si ringalluzzisce, certo ne ha fatta di strada quel figlio, e pensare che da ragazzo mai l’avrebbe creduto capace.

“Sì, è professore.”

“E scrive assai… Ora ha persino una rivista…”

Insomma, le discussioni non mancano. E Stefano è felice, almeno fino a quando non arriva il consuocero Calogero Portulano.

L’uomo è invecchiato pure lui, ma ugualmente si mantiene a forza all’impiedi per non dare a Stefano la possibilità di sogghignare.

“Compare, assettatevi…”

“Ho saputo che festeggiate l’anniversario di matrimonio.”

“Sì, è così, volete venire? Ci sono tutti i ragazzi.”

“Tranne Luigi, immagino.”

“Certo, tranne lui e vostra figlia.”

Don Calogero mussìa, sa che la famiglia Pirandello non ama e nemmeno apprezza la figlia, che considerano ignorante e contadina. Ma c’è sempre di mezzo la sua dote…

“Ora è professore, mi dicono.”

“Proprio accussì.”

“Guadagna bene?”

“Non ancora, ma ci sono i racconti, gli articoli…”

“Quanto glieli pagano?”

“Nun lu sacciu, compare, non faccio i conti in tasca a mio figlio.”

“E la rivista a cui mi fece abbonare, quella come va?”

“Bene credo.”

“Bene?! Ho visto i rendiconti…”

Stefano si alza appoggiandosi al bastone.

“Buongiorno compare, devo andare, mi aspettano…”

A casa non può fare a meno di riportare i commenti del Portulano, cosa che angustia Caterina, la quale, dopo aver preparato il pranzo, siede accanto a lui, affacciata al balconcino a prendere quell’ultimo sole novembrino.

Dentro casa si ode il rumore dei piatti, le chiacchiere delle figlie, le risate rumorose dei ragazzi.

“Chi cucinasti?”

“Ciarbidduzzu abbuttunato.”

“Ci mettisti l’agghiu?”

“Ca certu. E poi la solita caponata, Lina ne va pazza.”

“Lina mi pare veramente abbirsata col marito… e accussì Annetta. Ma sacciu ca Luigi non è contento…”

“Luigi non è mai contento, nemmeno se avesse sposato la regina di Saba.”

“Antonietta è troppo rustica ppi iddu.”

“Era megghiu una sofistica come le donne di città?”

“Forse sì…”

“Nonsi invece. E poi una letterata, si sa…”

“E tu? Non eri letterata tu?”

“Io leggevo quando stavo in famiglia, ma poi non ebbi certo testa per continuare. La nostra non è famiglia letterata, Ste’… È famiglia di commercianti.”

Stefano scuote la testa e cerca di non fare caso alle parole della moglie. Non vuole litigare, almeno non oggi.

“Quanti anni facciamo di matrimonio, Cateri’?”

“Tanti. Trentatré.”

I discorsi su Luigi fanno male al cuore a Caterina. Quel figlio non ha pace e lei lo sa, vuole sempre di più, e in questo senza saperlo ha preso proprio da Stefano.



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